Melo cotogno

Specie: Cydonia oblonga – Famiglia: Rosaceae

Origine 

Il melo cotogno è un albero deciduo, che produce frutti color oro, commestibili, molto aromatici. Originario dell’Asia sud occidentale, è diffuso in Medio Oriente e nell’area mediterranea.

Si pensa che il melo cotogno sia stato importato dall’Asia occidentale a Chania sull’isola di Creta, o, ancora, che provenga dal Levante con Afrodite, e quindi simbolizzasse l’amore per gli antichi greci. Ai giovani sposi, prima della prima notte di nozze, venivano date mele cotogne per profumare i baci. Ci sono molti riferimenti a questo frutto nella Bibbia, ad esempio nel Cantico dei Cantici.

Nel Regno Unito, la presenza del melo cotogno viene riportata per la prima volta alla fine del secolo XIII, quando vennero piantati nella Tower of London.

Ciclo colturale

Il melo cotogno è un albero di medie dimensioni; a inizio estate emette graziosi fiori a forma di coppa di colore bianco o rosa pallido; ha foglie coriacee di colore verde scuro e corteccia grigia. I frutti, piriformi, lunghi circa 15 cm, di colore giallo oro, sono molto aromatici.

La pianta può raggiungere 5 m di altezza e sviluppo. Tuttavia esistono piante innestate su portainnesti semi-nanizzanti o nanizzanti, che ne riducono lo sviluppo mantenendole più compatte. Due varietà di melo cotogno, eccellenti per sapore e performance, sono “Vranja” e “Champion”.

Come coltivare

Il melo cotogno è una pianta poco esigente, facile da coltivare, necessita terreni fertili e umidi, anche durante la stagione estiva; in inverno bisogna evitare ristagni idrici; il terreno dev’essere ben drenato. E’ necessario innaffiare in periodi di siccità, pacciamare a metà primavera, apportare letame maturo o compost, in modo da mantenere le radici umide. A fine inverno beneficia di concimazioni ad alto contenuto in potassio, come Bayfolan Natria, per spingere la produzione e maturazione dei frutti.

L’impianto può essere eseguito da fine autunno a inizio primavera, in posizioni calde, esposte al sole e protette, poiché i fiori sono sensibili al gelo e i frutti necessitano sole per maturare. Eseguire la potatura a inizio inverno: nei primi anni, per dare forma e arieggiare la chioma nel suo interno; in seguito per eliminare i rami secchi o improduttivi.

Lasciare i frutti sulla pianta il più a lungo possibile prima di raccoglierli, per permetterne la completa maturazione, senza tuttavia correre il rischio di gelate. Le mele cotogne si conservano bene; il loro sapore migliora se conservate in ambienti freschi, al buio, per qualche settimana. La loro elevata aromaticità fa sì che questi frutti debbano essere conservati preferibilmente separati da altri. Vanno consumati previa cottura.

Propagazione

La miglior modalità di propagazione del melo cotogno consiste nel prelevare talee legnose a inizio inverno. Scegliere germogli sani dell’anno, rimuovere l’apice. Tagliare il legno in porzioni di 15-30 cm: fare un taglio dritto all’estremità basale, subito al di sotto dell’inserzione della foglia, e un taglio inclinato all’estremità apicale, in modo da non invertire il senso della talea. Mettere le talee in terra, entro una trincea, distanziate di 15 cm l’una dall’altra. Ricoprire con terriccio e, con i piedi, compattare il suolo attorno alle talee. Pacciamare per evitare la crescita di erbe infestanti. L’autunno successivo, gran parte delle talee avranno radicato, formando piantine cespugliose pronte da piantare.

Lo sapevi? Curiosità sul Melo Cotogno

In lingua portoghese, il melo cotogno è detto “marmelo”, da cui deriva il termine inglese “marmalade”.

Il “dulce de membrillo”, a base di mela cotogna, è una specialità spagnola, e la gelatina (jelly) di mela cotogna è parte integrante della tradizione culinaria britannica.

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