- rami penzolanti o rotti, inclusi quelli rimasti incastrati nella chioma;
- rami morti, più facili da individuare durante la stagione vegetativa, in quanto privi di foglie;
- rami senza corteccia o attaccati da funghi, entrambi sintomi di legno morto;
- spaccature sui rami in corrispondenza dell’inserzione sul tronco;
- ramo inserito con angolo troppo stretto (acuto) sul tronco, debole e incline alla rottura; comune in olmo e acero.
Una guida sulla cura degli alberi da frutto e non solo
Tanti articoli ricchi di dettagli ti spiegano come coltivare, mettere a dimora, difendere e potare gli alberi o gli arbusti del tuo giardino, compresi gli alberi del tuo frutteto, guidandoti anche nella scelta delle piante da frutta.
Molte piante a radice nuda, in particolare quelle innestate, sono poste in commercio quando hanno raggiunto almeno 2 anni; la pianta acquistata avrà quindi già acquisito una buona dimensione, ideale per essere posta in terra.
Vantaggi delle piante a radice nuda
Varietà – i vivaisti locali dispongono di un’ampia selezione di piante a radice nuda comprendente un numero maggiore di specie rispetto alle piante in contenitore, poichè occupano meno spazio. Il commercio via internet, con ordini eseguiti tramite posta elettronica, permette di acquistare piante originarie di altre parti del mondo difficilmente reperibili nei garden center.
Prezzo – le piante a radice nuda costano il 30-50% in meno rispetto a quelle coltivate in vaso, di medesima dimensione. Il risparmio è determinato dai minori costi dovuti alla manodopera necessaria alle operazioni di messa in vaso e al mantenimento delle piante in contenitore; senza terreno inoltre, le piante a radice nuda hanno minor peso e conseguentemente minori costi di spedizione.
Maggior massa radicale – indagini svolte alla Cornell University dimostrano che una pianta a radice nuda ha il 200% di radici in più rispetto alla medesima pianta venduta con l’apparato radicale imballato e contenuto in teli con il pane di terra intatto. La differenza è determinata dal mezzo con cui la pianta viene estratta dal vivaio.
Maggior maneggevolezza – le piante a radice nuda sono più leggere, quindi possono essere trasportate direttamente a casa tramite il comune servizio di consegna pacchi. E’ possibile trasportare facilmente le piante a radice nuda anche in macchina. Inoltre, questo tipo di piante può essere messo a dimora in terra facilmente anche da una sola persona.
Migliori prestazioni – le piante a radice nuda, di solito, attecchiscono più velocemente rispetto a quelle vendute entro contenitori, poichè le radici non devono traslocare dal terreno con cui vengono vendute a quello in cui sono trasferite. Vengono messe a dimora durante il periodo di dormienza, lasciando più tempo a disposizione della crescita delle radici, a differenza delle piante trapiantate in primavera.
Svantaggi delle piante a radice nuda
Periodo d’impianto più breve – le piante a radice nuda devono essere piantate durante il periodo di dormienza – prima dell’apertura delle gemme. Il terreno deve essere pronto; queste piante devono essere messe a dimora il più in fretta possibile dopo l’acquisto.
Disponibilità limitata – diversamente dalle piante in contenitore, che sono disponibili presso i vivaisti per tutta la stagione, le piante a radice nuda sono vendute solo per periodi di tempo limitati. L’autunno è un ottimo periodo per l’acquisto e la messa a dimora di queste piante.
Età di messa a frutto – generalmente, anche se non sempre, le piante vendute in contenitore fruttificano un anno o due prima rispetto a quelle vendute a radice nuda.
Potatura – nelle piante da frutto in modo particolare, le potature eseguite nei primi anni, per dare una corretta forma d’allevamento, sono cruciali per ottenere una buona produzione. La maggior parte delle piante coltivate in contenitore ha ricevuto una potatura iniziale. Le piante a radice nuda, invece, ordinate e vendute via internet, vengono tagliate all’apice per essere spedite in imballaggi di cartone, la potatura vera e propria di allevamento deve essere eseguita dall’acquirente.
Quando mettere a dimora piante a radice nuda
A prescindere dalla località, è meglio mettere a dimora piante a radice nuda durante il riposo vegetativo, prima che si aprano le gemme e compaiano le foglie. Il periodo in cui si potranno mettere in terra dipende anche dalla disponibilità di piante.
- in regioni a clima caldo, piantare tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno;
- in regioni a clima freddo, piantare quando il suolo non è gelato;
In definitiva, è consigliabile procurarsi le piante al più presto possibile, così da assicurarsi una miglior scelta.
Gli alberi più grandi possono determinare un aumento del valore di una proprietà. Tuttavia, un albero può passare dal costituire un pregio al rappresentare uno svantaggio quando rami, tronco o radici hanno una lesione e rischiano di costituire un pericolo per la persona o la proprietà stessa.
Controllare lo stato di salute delle piante e individuare potenziali problemi che le interessano è utile al fine di proteggere la casa, salvaguardare l’incolumità delle persone e gli investimenti fatti impiantando alberi sani in un giardino. Non sai da che parte incominciare? Utilizza la lista che segue per identificare eventuali pericoli che si possono presentare durante la crescita e lo sviluppo di una pianta.
Rami
Potenziali pericoli sono rappresentati da:
Come intervenire:
- rimuovere i rami morti il prima possibile, in ogni momento dell’anno;
- controllare i rami che si sospetta siano morti;
- contattare un giardiniere professionista nel caso si debbano rimuovere rami morti di grosse dimensioni o posti in posizione alta sulla chioma della pianta e per eventuali ispezioni.
Tronco
Controllare:
- presenza di rotture o cavità:
- fessure da cui vi sono perdite di liquido;
- presenza di cancri (che determinano distacco o buchi nella corteccia);
- sviluppo di funghi sul tronco (sintomo di decadimento).
Come intervenire:
Consultare un agronomo professionista per verificare lo stato di salute della pianta. Ognuno dei sintomi descritti può compromettere la stabilità dell’albero. L’aspetto esteriore della pianta può apparire buono, ad eccezione di piccole ferite, cavità o presenza di funghi, mentre interiormente può essere marcio, molle o vuoto. Un professionista avrà i mezzi adeguati per ispezionare l’interno di un tronco.
I tronchi che si ramificano verso l’alto sono propensi a rompersi. Un agronomo professionista potrà suggerire come rinforzare i rami deboli e prevenirne la rottura.
Radici
Esistono due tipi di radice: radici di ancoraggio e radici di assorbimento.
Le radici di ancoraggio sono grosse e legnose e hanno il compito di sostenere la pianta. Alcune sono visibili in superficie, altre no. Quando queste radici vengono danneggiate, la pianta appare comunque sana, con foglie verdi. Può inclinarsi, ma non sempre. Il problema è che vento o pioggia battente possono provocare la caduta dell’intera pianta.
Le radici di assorbimento sono quelle meno visibili; assorbono acqua ed elementi nutritivi dal suolo. Quando queste radici sono danneggiate, la pianta mostra sofferenza con foglie piccole e ingiallite.
Controllare i seguenti sintomi o cause di problemi alle radici:
- sviluppo di infezioni fungine sulle radici ancoranti, alla base del tronco o nel suolo attorno alla pianta (sono indice di decadimento);
- cavità o buchi sulle radici ancoranti visibili;
- suolo rialzato o rotto in un lato della pianta (può indicare l’inclinamento della pianta);
- lavori che possano aver rotto o tagliato buona parte delle radici di una pianta.
Come intervenire: consultare un agronomo professionista per determinare la salute della pianta.
Quando eseguire i controlli
Eseguire i controlli ogni anno, in qualsiasi periodo dell’anno. Si consiglia di verificare le condizioni delle piante anche in seguito a forti temporali.
Le piante durante l’inverno entrano in riposo come molti animali ma al contrario di questi ultimi, che svernano in tane accoglienti, esse sono esposte completamente alle avversità atmosferiche e sono costrette a subire e a sopportare il freddo invernale.
Le condizioni invernali possono essere stressanti per molte piante, soprattutto per quelle giovani appena messe in terra, che non hanno ancora sviluppato le difese opportune come ad esempio un diffuso apparato radicale o una spessa corteccia. E’ importante quindi proteggere le piante più deboli e aiutarle a sopravvivere alla stagione invernale per farle crescere rigogliose.
Pacciamatura
Da fine autunno a inizio inverno, aggiungere uno strato sottile (non più di 5 cm) di pacciame organico al disotto dell’impianto di gocciolamento delle piante. Il pacciame isola il suolo e l’apparato radicale dalle temperature estreme e riduce la perdita di acqua dal terreno. Non apporre il pacciame direttamente a contatto con il tronco delle piante.
Adacquamento
Tenere gli alberi, soprattutto quelli appena piantati, ben bagnati fino all’autunno, finchè non gela il suolo. Appena prima che sopravvenga il gelo, rimuovere l’impianto di irrigazione attorno al tronco. In caso si ripeta un periodo di caldo, innaffiare nuovamente le piante, soprattutto nel caso di località con prolungati periodi di siccità.
Spray
Il sole invernale e il vento, creano condizioni di siccità per alcune varietà di latifoglie sempreverdi, come Pieris, rododendri o lauri. In questo caso, spruzzare un anti-disseccante che copra le foglie con un film ceroso, per ridurre la perdita di umidità.
Copertura
Il susseguirsi di gelo notturno e sole debole durante il giorno, in inverno, porta a danneggiare le cellule della corteccia e alla formazione di ferite nel tronco. Per proteggere le piante, coprirle con un tessuto non tessuto. Partendo dalla base del tronco, avvolgerlo per circa un terzo, fino all’altezza delle prime branche. Rimuovere la copertura in primavera. E’ anche possibile coprire il tronco con una pittura bianca o con un telo di plastica bianco. Questo tipo di danno dovuto al gelo si verifica più facilmente su piante esposte a sud o ad ovest.
Difesa
Conigli e arvicole amano rosicchiare la corteccia delle giovani piante. Di solito erodono la corteccia sia esteriormente che interiormente, denudando il legno sottostante. Se questi danni sono estesi a più della metà del tronco, l’albero probabilmente non sopravvivrà. I roditori possono essere bloccati avvolgendo il tronco con protezioni plastiche apposite, applicate alla base del tronco, al di sopra del livello della neve. Queste protezioni potranno essere rimosse a primavera. Un altro metodo consiste nell’ingabbiare il tronco con reti, che proteggeranno la pianta anche da animali più grandi come cervi, caprioli o daini. Una volta che la corteccia si è ispessita, i piccoli roditori non rosicchieranno più il legno.
Sciogliere il ghiaccio
Tenere il sale (cloruro di sodio) lontano dagli alberi, poichè interferisce con la capacità delle radici di assorbire acqua, ossigeno e nutrienti. Scegliere invece un sale specifico contenente calcio, potassio o cloruro di magnesio.
Pulizia dei rami
L’accumulo di neve sui rami porta al rischio di rotture. Per rimuovere la neve, scrollare con delicatezza i rami verso l’alto. Inutile provare a rompere il ghiaccio che si forma sui rami; si può provare a bagnarli con dell’acqua tiepida, con una manichetta di gomma da giardino.
Potatura
L’inverno è il periodo giusto per potare e controllare le piante. Si può controllare facilmente la struttura della pianta e individuare eventuali problemi del legno. Eseguire la potatura durante il periodo di dormienza è meno rischioso anche per l’insorgenza di malattie, poiché i microrganismi patogeni in questa stagione sono inattivi.
Lʼinnesto è una pratica agronomica antichissima per la moltiplicazione di piante, senza modificarne le caratteristiche.
È noto, infatti, che se si pianta un seme, ad esempio di melo, la pianta che ne deriva ha caratteristiche diverse da quelle della madre e spesso quelle migliori risultano meno evidenti. Con lʼinnesto si stabilizzano le caratteristiche che ci interessano moltiplicandole anche allʼinfinito. Eʼ lʼunico modo per superare le barriere imposte dalle leggi della natura.
Lʼinnesto consiste nel saldare sullʼapparato radicale di una pianta, detta portainnesto, una porzione di ramo, detta marza o nesto o gentile, o anche una gemma, detta scudetto, proveniente dalla cultivar che ci interessa, purchè della stessa specie o di una specie affine.
Il portainnesto è in grado di regolare lo sviluppo della parte aerea riducendola (portainnesti nanizzanti) o rafforzandola, di influire sulla precocità della produzione e anche sulla longevità della cultivar.
Sempre con la scelta del portainnesto si può adattare una cultivar a un particolare tipo di terreno e alle diverse condizioni climatiche.
Anche la resistenza ai parassiti può essere indotta dai portainnesti. Un portainnesto si dice “franco” quando nasce dal seme di una pianta coltivata mentre è definito “selvatico” se è una piantina nata spontaneamente:
le piante che ne derivano sono vigorose. Spesso i portainnesti provengono da talea e sono stati selezionati per disporre di piante con caratteristiche specifiche.
In commercio le piante da frutto vengono di regola vendute già innestate. Se si vuole effettuare da soli lʼinnesto per ringiovanire una pianta vecchia o per cambiare cultivar ci si dovrà attenere alle semplici regole dello schema riportato sotto.
Innesto a gemma o a occhio
Si preleva una gemma da un ramo vigoroso di una cultivar e la si inserisce nel portainnesto su cui si fa una incisione a T, si sollevano i due lembi di corteccia, vi si inserisce lo scudetto contenente la gemma e si lega il tutto con rafia; è consigliabile coprire con un mastice apposito.
Innesto a marza
Si utilizzano 2-3 porzioni di rami di un anno, con 2-3 gemme. Si può procedere in diversi modi. Per realizzare quello a spacco si taglia verticalmente il ramo per alcuni centimetri (dopo averlo ben legato subito sotto) e vi si inseriscono le marze tagliate appuntite verso il basso. Quello a corona invece prevede di fare delle incisioni verticali sulla corteccia del portainnesto e inserirvi le marze tagliata a V. Eʼ fondamentale che marza e portainnesto vengano perfettamente in contatto, quindi è necessaria una legatura ben stretta ed è consigliabile coprire con un mastice apposito.
La potatura viene solitamente eseguita per tre ragioni principali: sicurezza, salute degli alberi, aspetto estetico.
La potatura può assolvere numerosi obiettivi, tra cui:
- rimuovere i rami morti;
- tagliare i rami che ostacolano una visuale;
- rimuovere rami malati o infestati da insetti;
- arieggiare la chioma (molto importante in aree poco ventose);
- permettere alla luce di filtrare attraverso la chioma;
- rimuovere rami troppo fitti uno contro l’altro;
- evitare che i rami crescano in prossimità delle linee elettriche (non potare i rami vicini ai fili elettrici – in questo caso, contattare la compagnia elettrica interessata);
- migliorare l’aspetto di una pianta.
Regole per la potatura
Un albero non è come un cespuglio che richiede ripetute potature. Dal momento che la potatura cambia in maniera definitiva la struttura e l’aspetto di una pianta, è importante farla da subito con criterio. Gli alberi più belli sono quelli che hanno subìto una sapiente potatura in fase di crescita. Nonostante questo, i criteri generali da seguire nella potatura sono gli stessi per una pianta giovane e una adulta, a prescindere dalle dimensioni raggiunte.
La potatura deve essere sempre spinta da un obiettivo. Le ferite piccole cicatrizzano più in fretta rispetto a quelle grandi; per questo è preferibile asportare rami piccoli.
- rami di diametro inferiore a 5 cm: taglia!
- rami di diametro tra 5 e 10 cm: pensaci due volte prima di tagliare!
- rami di diametro superiore a 10 cm: taglia solo se hai un ottimo motivo per farlo!
- non rimuovere mai più di un quarto della chioma di un albero!
Tipi di taglio
Sia che si abbia a che fare con piante giovani, sia adulte, i tagli di potatura possono essere di due tipi: sfoltimento o raccorciamento.
Tagli di sfoltimento: per rimuovere rami troppo vicini. Questi tagli stimolano lo sviluppo della chioma e servono a rimuovere i rami deboli, malati o con problemi di crescita. Servono anche per arieggiare la chioma e permettere la penetrazione della luce al suo interno. Con questo tipo di potatura la pianta assume la sua naturale forma.
Tagli di raccorciamento: riducono l’altezza di una pianta raccorciando i rami a poche gemme da cui si svilupperanno germogli laterali. Sono tagli che modificano la naturale forma d’allevamento di una pianta. Non vanno eseguiti su rami di oltre un anno.
Tagli eseguiti in maniera drastica, asportando la sommità della pianta, sono definiti capitozzature. Spesso si incorre in errore attuando questa potatura e la maggior parte di questi tagli danneggia la salute della pianta in maniera irreversibile.
A volte capita che la capitozzatura venga provocata naturalmente da venti forti che causano rotture del tronco. La capitozzatura asporta una parte significante della chioma, e questo porta a uno stato di sofferenza. Molte gemme reagiscono producendo germogli che andranno a sostituire quelli eliminati. Questi germogli sono però deboli, lunghi e sottili e tendono a rompersi facilmente. Richiedono, inoltre, tagli frequenti.
La capitozzatura provoca ferite larghe che la pianta fa fatica a riemarginare. Queste ferite costituiscono l’ingresso per microrganismi patogeni che si possono diffondere velocemente all’interno della pianta. In caso di capitozzatura conviene sempre proteggere le ferite da taglio con del mastice cicatrizzante. In caso di necessità, contattate un agronomo professionista.
Eseguire tagli in maniera corretta
Nel raccorciare i rami, eseguire il taglio 0,5 cm al di sopra di una gemma laterale. Eseguire il taglio in maniera inclinata rispetto alla gemma parallelamente alla direzione della gemma.
Per eseguire la potatura di sfoltimento su branche folte, tagliare i rami inclinati con un angolo di 45-60 gradi.
Nel tagliare rami di diametro superiore a 2,5 cm, procedure gradualmente ed evitare di strappare la corteccia.
- eseguire un primo taglio basso, circa a metà del ramo, a 30-45 cm dal punto di inserzione sulla pianta;
- iniziare a tagliare a partire dalla parte più esterna del ramo, qualche cm oltre il primo taglio (più lontano dal ramo). Il peso del ramo ne provocherà la rottura tra i due tagli;
- rimuovere il ceppo con un taglio inclinato di 45-60 gradi.
Contattare un professionista
In generale, è meglio contattare un agronomo professionista se si ha a che fare con alberi molto alti, oltre i 3-4 m e c’è la necessità di utilizzare motoseghe o scale.
Se si ha un minimo di esperienza si può di utilizzare un potatore a fune o svettatoio per rami più alti di 4,5 m ma è sempre meglio operare con cautela, soprattutto quando si corre il pericolo di far cadere i rami e creare dei danni. Rami e branche hanno un notevole peso. Anche un ramo del diametro di 2,5 cm, se lungo abbastanza, può cadere a terra con forza sufficiente a fare male a una persona.
In alcuni casi, soprattutto in spazi ristretti, è necessario piantare piante di piccole dimensioni per fare un po’ di ombra, per addolcire una visuale, o per aggiungere un po’ di verde.
Le seguenti specie sono particolarmente indicate per abbellire un terrazzo, per incorniciare un patio, un cortile o un giardino urbano. Sono piante molto ornamentali e mantengono dimensioni ridotte:
- Tuia (Thuja occidentalis)
- Melo selvatico
- Mirto crespo (Lagerstroemia indica)
- Cornus (Cornus florida)
- Maggiociondolo (Laburnum anagyroides)
- Biancospino (Crataegus spp.)
- Acero (Acer campestre, A. griseum)
- Acero del Giappone (Acer palmatum “Atropurpureum”)
- Magnolia orientale
- Mirabolano (Prunus cerasifera)
- Albero di Giuda (Cercis siliquastrum)
- Magnolia x soulangeana
- Lillà o albero delle farfalle (Syringa reticulata)
Il periodo ideale per potare la maggior parte degli alberi è il riposo vegetativo.
Eseguire la potatura in questo periodo porta i seguenti vantaggi:
- nel caso di piante a foglia caduca, è più facile vedere la struttura della pianta e l’impatto che i tagli possono avere sulla sua forma;
- le ferite si riemargineranno più facilmente a inizio primavera, non appena la pianta riprende a vegetare;
- non si hanno perdite abbondanti di linfa dalle ferite, importante nel caso di alberi che perdono molta linfa, come le betulle, gli olmi e gli aceri. Si consiglia di potare queste piante nel bel mezzo della dormienza, in pieno inverno, per limitare la perdita di linfa;
- la trasmissione di malattie, durante la stagione invernale, è minima, poichè i microrganismi patogeni e gli insetti vettori sono in fase di riposo. Alcune piante, quando vengono tagliate, emettono dalle ferite delle sostanze attrattive nei confronti di insetti dannosi. Ad esempio, le ferite su quercia attraggono coleotteri che trasmettono infezioni fungine. Le ferite effettuate negli olmi attraggono gli insetti scolitidi che trasportano le spore fungine responsabili della “morìa dell’olmo”. Con queste piante è particolarmente importante contattare il consorzio agrario più vicino per sapere quale sia il periodo più indicato per eseguire la potatura;
- l’attacco da parte di insetti in questa stagione è basso perchè sono svernanti. Questo è molto importante nel caso si abbia a che fare con piante frequentemente attaccate da insetti xilofagi. Se si esegue la potatura quando questi insetti sono attivi, le ferite possono attrarli: essi attaccano molti tipi di piante, tra cui quercia, frassino, betulla e Cornus. Verificare con l’esperto del proprio consorzio agrario quali siano gli insetti xilofagi presenti nella zona e quando sia consigliabile eseguire la potatura degli alberi colpiti.
Seguite questi consigli per eseguire la potatura dei vostri alberi durante il periodo dell’anno più indicato:
Conifere
Si possono potare in qualsiasi periodo dell’anno. Durante la stagione invernale viene ridotta la perdita di linfa dai tagli di potatura. Se la potatura viene eseguita a inizio primavera, appena prima della ripresa della crescita, i nuovi tessuti copriranno in poco tempo i tagli.
Alberi da legno e alberi a fioritura non manifesta
Vanno potati durante il riposo vegetativo. In zone dove sussiste il problema di tracheomicosi della quercia; verificare con l’esperto del proprio consorzio agrario quale sia il periodo migliore per eseguire la potatura senza il rischio di trasmettere la malattia. La trasmissione della tracheomicosi della quercia è più facile da inizio primavera a inizio estate.
Alberi a fiore
Generalmente si potano durante il riposo vegetativo. Ad eccezione delle piante che fioriscono a inizio primavera, come Cercis o Cornus. Potare queste piante immediatamente dopo la fioritura. La potatura invernale eseguita su piante adulte non comprometterà la fioritura primaverile in maniera significante, ma, nel caso di piante più giovani, sarebbe meglio aspettare dopo la fioritura primaverile.
Il “colpo di fuoco” colpisce molte piante da fiore, come il melo, il melo selvatico, la Cydonia, il biancospino, il pero, il sorbo selvatico e la pyracantha. Questa malattia viene trasmessa tramite la potatura. Evitare di potare le piante nel periodo che va dall’inizio della fioritura primaverile fino alla caduta delle foglie in autunno. Nel caso si debba intervenire in questo periodo, sterilizzare gli strumenti prima di eseguire i tagli. Verificare con l’esperto del proprio consorzio agrario quale sia il periodo migliore per eseguire la potatura senza il rischio di trasmettere la malattia.
Casi eccezionali
Casi particolari sono rappresentati da potature che devono essere eseguite per asportare rami morti, malati o danneggiati. Questi possono essere rimossi in qualsiasi periodo dell’anno, senza compromettere lo stato di sviluppo e salute della pianta.
Da inizio autunno fino a inizio primavera, i vivaisti vendono piante a radice nuda, arbustive e anche perenni.
I vivaisti che accettano ordini per posta elettronica, si occupano anche di trasportare le piante. Quasi sempre si tratta di piante decidue, che vengono cresciute in campi ed estirpate in fase di dormienza. Per trasportarle più facilmente, l’apparato radicale, ripulito di tutta la terra circostante, viene protetto con segatura umida e avvolto in plastica. Alcune volte, invece, le radici vengono semplicemente fasciate per il trasporto. I vivaisti procedono a mettere le piante in contenitori oppure le conservano con le radici immerse in segatura o trucioli umidi.
L’acquisto di piante a radice nuda è uno dei migliori affari nel mondo del giardinaggio. Sono più economiche poiché vengono eliminati i costi dovuti a terra e vasi, inoltre sono più facili da maneggiare. Tuttavia è necessario saper scegliere le piante più adatte e conservarle in maniera appropriata prima di metterle a dimora.
Quando si acquistano piante a radice nuda avvolte in plastica, accertarsi che siano mantenute al giusto grado di umidità; le piante mantenute umide sono più pesanti di quelle asciutte. Evitare di acquistare le piante che hanno già ripreso a vegetare. In mancanza di protezione, controllare le condizioni delle radici, che siano sane e umide, e che i rami si siano sviluppati in ogni lato. Scartare le piante con radici molli, disidratate o danneggiate o presenti solo da un lato della pianta.
Se non è possibile mettere subito a dimora le piante acquistate, conservarle in un luogo fresco e all’ombra, ad esempio al lato esposto a nord della casa o in un garage fresco.
Se le radici non sono protette, avvolgerle con trucioli di legno bagnati, o con terriccio da rinvaso. Se il terreno non è troppo freddo, è anche possibile scavare una trincea, mettervi le piante e ricoprire le radici con il terreno. Bisogna assolutamente evitare di far asciugare le radici.
La stagione delle piante ornamentali e fruttifere a radice nuda va da fine autunno fino a inizio primavera.
Le piante sono state estirpate dal vivaio, ripulite dal terreno attorno alle radici e trasportate ai vivaisti locali. In alcuni casi sono confezionate singolarmente, con le radici avvolte in un film plastico con trucioli umidi. In altri casi sono raccolte in mazzi e conservate entro bidoni con le radici in segatura o trucioli bagnati.
L’acquisto di piante a radice nuda è economicamente molto vantaggioso, tuttavia bisogna scegliere con attenzione; e considerare che:
- il tronco deve essere dritto, senza curvature o piegature;
- eventuali ramificazioni (non sempre presenti) devono essere ben distribuite lungo il tronco e dirette in ogni lato;
- il tronco non deve presentare ferite;
- se possibile, controllare anche le radici: devono essere robuste e umide, non molli e flaccide, e devono essere distribuite su tutti i lati;
- se le radici sono avvolte in plastica, controllare che siano umide e pesanti, non disidratate e leggere.
Se non è possibile mettere subito a dimora le piante acquistate, conservarle in un luogo fresco e all’ombra, come, ad esempio, nel lato esposto a nord della casa o in un garage fresco. Se le radici non sono protette, avvolgerle con trucioli di legno bagnati, o con terriccio da rinvaso. Non lasciar asciugare le radici. All’impianto, aiutare il germogliamento delle piante con l’apporto di un fertilizzante e proteggendole da eventuali attacchi di insetti.
La Piralide del bosso, Cydalima perspectalis, è una farfallina (o lepidottero) originaria dell’Asia, giunta recentemente anche in Italia, dove sta compiendo danni notevoli su piante di bosso (genere Buxus), distruggendo intere siepi o cespugli nel vostro giardino.
Descrizione
L’adulto è una farfallina con apertura alare di circa 4 cm; le ali, di colore bianco, presentano bande scure lungo i bordi.
La larva, responsabile dei danni, è lunga dai 2 ai 4 cm, di colore giallo-verde con linee longitudinali più scure e il capo nero: si nutre a spese delle foglie e dei germogli, divorandoli e riducendo la pianta ad uno scheletro.
Cydalima perspectalis compie in Italia tre generazioni all’anno che si susseguono da primavera fino all’autunno: sverna avvolta in bozzoli sericei tessuti tra le foglie della pianta; in primavera si ha lo sfarfallamento, con lo sviluppo delle farfalle di prima generazione.
Danni
Cydalima perspectalis è un insetto particolarmente vorace, in grado di decimare intere siepi in breve tempo. Le zone attaccate appaiono defogliate, in parte disseccate e ricoperte da sottili fili sericei.
Come intervenire?
Proteggete i vostri bossi somministrando prodotti insetticidi efficaci nei confronti di questi insetti: Success, insetticida a base di spinosad, agisce per ingestione e contatto nei confronti delle larve; eseguite il trattamento alla comparsa delle prime larve (60-100 ml/hl in base al livello di infestazione; massimo tre trattamenti a distanza di 5 giorni)