Informazioni aggiuntive
Semina | Settembre, Ottobre, Novembre |
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Fioritura/Raccolta | Aprile, Maggio |
Specie: Vitis vinifera – Famiglia: Ampelidacee
Vitis vinifera, è conosciuta come vite europeama non è noto esattamente lʼareale di provenienza. Le origini della vite sono antecedenti la comparsa dellʼuomo sulla terra tanto che nei travertini dellʼItalia centrale sono stati ritrovati vinaccioli di viti selvatiche risalenti al quaternario. Nella prima metà del 3° millennio a.C. la vite veniva già coltivata come dimostrano alcune scritture sumeriche di quellʼepoca. Semi risalenti allʼetà del bronzo sono stati rinvenuti un poʼ ovunque nellʼItalia settentrionale. Virgilio descrive le “Labrusca”, cioè le viti selvatiche, come piante che vivevano sulle rocce. I ritrovamenti di vinaccioli di V. vinifera sativa, la specie che comprende le viti oggi coltivate, la fanno risalire allʼetà del ferro. Si ritiene che la vinificazione sia iniziata per opera degli etruschi con la V. vinifera silvestris a partire dal VII secolo a.C. ed esistono raffigurazioni in tal senso sui vasi. A Roma e nel Lazio, invece, la viticoltura si diffuse più tardi.
Vitis vinifera comprende due sottospecie, V. vinifera silvestris (viti selvatiche) e V. vinifera sativa (viti coltivate). La vite ha fusto, detto anche ceppo, esile e contorto a portamento rampicante per cui si adatta facilmente ai diversi tipi di coltivazione. I rami sono detti tralci quando sono lignificati e pampini quando sono erbacei. I tralci sono costituiti da nodi e internodi. Le foglie della vite sono semplici e alterne. La vite possiede dei viticci, detti anche cirri, organi erbacei che durante lʼestate si avvolgono a sostegni, come fili, per poi lignificare in autunno.
La vite produce infiorescenze con un numero di fiori molto variabile, anche 100. I fiori hanno 5 petali. La forma dei grappoli varia a seconda della varietà.
La vite viene allevata per produrre uva da tavola oppure da vino. Sono centinaia le varietà di uve da vino coltivate in Italia. Fra le bianche ricordiamo Albana, Chardonnay, Moscato, Prosecco, Riesling, Tocai, Trebbiano e Vernaccia; fra le rosse Barbera, Cabernet sauvignon, Dolcetto, Lambrusco, Marzemino, Merlot, Nebbiolo, Pinot nero e Sangiovese. Anche le uve da tavola sono moltissime, le principali sono: Italia, ottenuta dal prof. Pirovano nel 1911, con grappoli bellissimi, acini grossi, gustosi e croccanti e ottima conservabilità; Regina, dalle origini antichissime, color giallo dorato, con acini grossi, dolce e ottima al gusto; Red Globe, con grappoli grandi, acino grosso, di forma sferica e colore rosato, sapore dolce, molto resistente e facilmente conservabile. Meritano di essere ricordate anche il Pizzutello Bianco con acini medio-grandi, di colore giallo-verdastro o giallo-dorato, dolce e molto gradevole e Baresana o Imperatore, unʼottima cultivar di origine antichissima con acini molto grossi, di colore giallo dorato chiaro e polpa piuttosto croccante e succosa. Non vanno dimenticate le uve apirene, cioè senza semi, bianche e rosse.
Lʼuva va raccolta quando gli acini sono maturi, tagliando il grappolo al peduncolo oppure lasciandogli 10-20 cm di tralcio. Si usano le normali forbici oppure le forbici ad anello.
Lʼimpianto andrebbe fatto in autunno e comunque entro marzo, mettendo a dimora le barbatelle innestate di 2 anni. Le piantine vanno protette da possibili gelate coprendole con della terra o della plastica. Premesso che la vite è una specie incapace di stare in piedi da sola, viene allevata in moltissimi modi fra cui lʼalberello, la spalliera, il cordone speronato e la pergola che hanno tutti lo scopo di sorreggerla, ottenere la maggiore esposizione alla luce, aumentare lʼarieggiamento ai grappoli e facilitare la potatura e la raccolta. La vite si adatta a moltissimi climi purché posta in pieno sole, essendo una pianta tipicamente eliofila: la radiazione solare è un fattore determinante per lʼepoca di maturazione dellʼuva e il suo grado zuccherino. Per quanto riguarda le temperature si hanno danni con -15°C in inverno e i -5°C in caso di brinate tardive, motivo per cui le viti non possono essere coltivate a oltre 1000 m di altezza. La vite predilige i terreni di medio impasto con pH tra 6,5 e 7,5 mentre sarebbero da evitare quelli sabbiosi e argillosi.
I terreni sassosi sono indicati per le uve da tavola che ne traggono beneficio e danno grappoli con acini grossi e croccanti. Il terreno va tenuto libero con periodiche lavorazioni, nellʼinterfila ma diserbato lungo il filare. La pianta di vite richiede irrigazioni solo nel caso di grave siccità. Frequenti piogge possono favorire malattie fungine come oidio e peronospora in primavera e la botrite nel periodo che precede la raccolta. La concimazione è di fondamentale importanza nella coltura della vite; si effettua a partire dalla ripresa vegetativa impiegando Bayfolan multi orti e giardini alla dose di 3-4 kg per 100 m² per le uve da vino e 6-7 kg per 100 m² per le uve da tavola; dopo lʼapplicazione interrare leggermente il concime ed effettuare una leggera irrigazione. Questo trattamento nutre la pianta in modo equilibrato per 4 mesi. In alternativa utilizzare Bayfolan PRO Universale ogni 2-3 mesi. Al trapianto i medesimi prodotti si utilizzano alla dose di 100-150 g per buca ma è sempre consigliabile usare anche del letame. Utile è il sovescio di leguminose. Il frutto della vite è lʼacino, una bacca costituita dalla buccia, dalla polpa e da un endocarpo che contiene i semi. Il grappolo, formato dagli acini, ha forma, dimensione e colore variabile a seconda della varietà.
In primavera, soprattutto nel periodo che precede la fioritura ed in caso di piogge prolungate, difendi la tua vite dalla peronospora applicando Melody Compact al dosaggio di 30-40 g per 10 litri di acqua ed intervenendo ad intervalli di 8-9 giorni, oppure R6 Bordeaux WG alla dose di 40-60 g per 10 litri di acqua o ancora Aliette alla dose di 20-30 g per 10 litri di acqua. In alternativa puoi usare contro questa temibile malattia fungina un prodotto ammesso in agricoltura biologica come Cupravit Blu 35 WG al dosaggio di 20-60 g per 10 litri di acqua.
Contro il mal bianco (o oidio) puoi impiegare Folicur SE alla dose di 23-43 ml in 10 litri di acqua intervenendo ogni 12-14 giorni.
Infine per difendere le tue piante da attacchi di muffa grigia (o botrite), ricordati di applicare in fase di prechiusura grappolo Teldor Plus alla dose di 10-15 ml per 10 litri di acqua.
Durante le operazioni di potatura della vite, che vengono eseguite nel corso dell’inverno con modalità diverse in base alla varietà, all’area di coltivazione e alla forma di allevamento adottata, è molto importante procedere con pratiche corrette atte a prevenire la diffusione di un’altra temibile malattia fungina che colpisce la vite: il Mal dell’Esca.
Molti gli insetti che danneggiano la vite: cicaline, cocciniglie, oziorrinco, tignole e tripidi sono i più diffusi e temibili, non solo per i danni diretti, ma anche perchè alcuni di loro sono vettori di gravi malattie quali la Flavescenza dorata (cicalina Scaphoideus titanus) e virosi come l’accartocciamento fogliare (cocciniglie).
La vite si moltiplica bene per talea ma, a causa della fillossera, malattia provocata da afidi introdotti accidentalmente in Italia dall’America alla fine del XIX secolo, viene innestata su piede americano (resistente). Fra i portainnesti si distinguono “Kober 5BB”, ottimo per terreni fertili, “420A” per zone asciutte di collina, “140 Ruggeri” e “1103 Paulsen” per terreni siccitosi e calcarei.
Lʼuva si impiega per il consumo fresco o per la produzione di vino. Serve anche per ottenere succhi, distillati come le grappe e può essere seccata. Il decotto di foglie viene usato come astringente. Tra il 1858 e il 1862 arrivò in Europa dal Nord America la fillossera della vite (Viteus vitifolii), un afide radicicolo che in pochissimi anni si diffuse in tutto il vecchio continente distruggendo tutti i vitigni europei. La diffusione in Italia, a partire da Como e da Milano nel 1879, fece strage di vigneti dalle Alpi alla Sicilia. A fine ʻ800 il problema fu gravissimo e venne brillantemente risolto con un metodo agronomico: innestando le viti europee su piede di vite americana le cui radici non sono sensibili alle punture del parassita.
Semina | Settembre, Ottobre, Novembre |
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